Remo Bianco
REMO BIANCO (Dergano 1922 – Milano 1988)
Remo Bianco, nacque nel sobborgo milanese di Dergano il 3 giugno 1922. Nel 1937, dopo aver intrapreso diversi lavori nel tentativo di guadagnarsi da vivere, Bianco iniziò a frequentare un corso di perfezionamento di disegno nelle sere dell' Accademia di Brera a Milano. Fu qui che il pittore Filippo de Pisis lo notò e divenne il suo mentore. Tra il 1945 e il 1950 dipinse prevalentemente dipinti ad olio figurativi, influenzati in particolare dal postimpressionismo francese, e in particolare le opere di Rouault e Cézanne, oltre a Picasso. Alla fine degli anni '40 sperimentò anche le sue prime opere tridimensionali e calchi in gesso ( Impronte) di segni, come tracce lasciate da pneumatici, crepe nell'asfalto e altri segni quotidiani. Nei primi anni '50 la sua ricerca si allineò strettamente con la teoria di Lucio Fontana dello "Spazialismo", incluse le sue opere con pietre, frammenti di vetro e creando la sua serie etichettata "Nucleari", che era caratterizzata dalla loro materialità. Inoltre ha eseguito diversi lavori astratti su lastre di plastica o vetro assemblate ('3Ds').
Nel 1953 Bianco incontrò Virgilio Gianni che divenne suo amico e mecenate, oltre che il suo più importante collezionista. Nel 1955, con una borsa di studio di Virgilio Gianni, fece un viaggio negli Stati Uniti che durò diversi mesi. Rimase a New York e visitò Chicago e la Florida. Ha visitato la sua prima mostra di Alberto Burri e ha imparato a conoscere le opere di Marca-Relli, Donati e Kline e il dipinto d'azione di Jackson Pollock. L'influenza di questo artista sarà fondamentale nello sviluppo dei successivi "Collage" dell'artista. Nel 1955 espone le sue opere in 3D al Village Art Center di New York. Un anno dopo è tornato in Italia poco prima della morte del suo mentore De Pisis nel 1956. Nello stesso anno ha scritto il "Relief Art Manifesto" che includeva le opere dell'artista "Sacchettini" ("Small bags") e "Testimonianze" (Testimonianze). In questi confeziona piccoli oggetti di uso quotidiano, spesso legati al mondo dell'infanzia, in piccoli sacchetti di plastica. Nel 1957 inizia la serie di "Tableaux Dorés", opere astratte realizzate con foglia d'oro. Nel 1959 espose questi collage alla Galleria del Cavallino prima di viaggiare in Europa (Parigi, Stoccolma e Monaco) e visitare l'Egitto. Tornato in Italia, lavorò a calchi in gesso a grandezza naturale del suo corpo. Tra il 1959 e il 1960 inizia a lavorare con Sephadex (un gel chimico capace di dividere le sostanze in base al loro peso) e studia le proprietà fisiche ed estetiche del materiale. I risultati di questo lavoro sono stati esposti nel 1969 al Museo Moderna Musset di Stoccolma. Nel 1962 si recò in Iran e sperimentò opere come "Opere Condizionanti" che erano "lampade che producono suoni assordanti e luci accecanti" (L. Giudici 2007). Due anni dopo pubblicò il primo "Manifesto dell'Arte Chimica" e pubblicò "Impronte Viventi" al Cavallino di Venezia. A Carrara ha scritto il "Manifesto della Sovrastruttura" e ha dato il via alle "Appropriazioni", le "Sculture Neve", le "Sculture Calde", le opere con la foglia d'oro sul giornale e il "Bandiere" [Bandiere] appartiene. Il Bianco cominciò quindi a usare la foglia d'oro come "una sorta di marchio o sigillo personale, araldico, che si sovrapponeva a riproduzioni del lavoro di altri artisti, copertine di riviste o altre illustrazioni preesistenti (...) ". Nel 1969, oltre alla già citata mostra a Moderna Musset, espone alla Galleria Vismara di Milano dove consegna una scultura 3D edibile ai visitatori.
A partire dalla seconda metà degli anni '60 il rapporto di Bianco con l'ambiente parigino si rafforza, in particolare quello con il critico d'arte Pierre Restany e con le gallerie Raymond Cazenave e Lara Vincy. Tra il 1984 e il 1985, Bianco viaggia in India. È morto a Milano il 23 febbraio 1988.